Sale la domanda di mutui e salgono gli acquisti

Qualcosa sta davvero cambiando nel settore immobiliare.

Dal rapporto mensile ABI del febbraio 2016, i tassi di interesse sui prestiti in Italia, per famiglie ed imprese, si sono posizionati su livelli molto bassi, arrivando al minimo storico proprio se si considera il tasso medio sulle nuove operazioni per l’ acquisto di abitazioni da parte delle famiglie.

Il tasso di interesse bancario per la concessione di Mutui alle famiglie ha toccato il 2,48%, minimo storico di sempre (2,49% a dicembre 2015): un dato che conferma il trend decrescente del 2015 e certamente significativo se paragonato ai dati antecedenti la crisi.

Basti pensare che a fine 2007 il tasso medio sulle operazioni di erogazione di mutuo era del 5,72%.

Sul totale dei mutui concessi ben i 2/3 risultano essere a tasso fisso, probabilmente alla luce anche degli ulteriori tagli annunciati dalla BCE.

Risulta facile comprendere come la domanda di mutui non possa arrestarsi, ma al contrario salire, segnando nel mese di marzo appena concluso un +17,3% con una crescita aggregata del primo trimestre dell’anno 2016 del 31%. 

A questo aumento si associa una contrazione dell’importo medio del mutuo richiesto: 122.879 Euro a marzo 2016 contro i 123.333 Euro di marzo 2015, ben lontano dal picco di 139.476 Euro (-11,8%) rilevato a marzo 2010.

Le famiglie restano quindi prudenti, non si è ancora fuori dalla crisi nonostante i segnali di ripresa, e prediligono piani di rimborso con rata mensile più leggera, per non gravare troppo sul bilancio famigliare e non restare strozzati dai prestiti. Di certo la contrazione del valore dell’importo richiesto è strettamente riconducibile, oltre che alla maggior prudenza, sia alle favorevoli condizioni di acquisto degli immobili sul mercato che al diffondersi dei mutui surroga che consentono di risparmiare, sostituendo e rinegoziando il mutuo attuale per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui.

Anche la distribuzione della domanda di mutui per durata testimonia la maggior cautela degli italiani. La classe compresa tra i 15 e i 20 anni di durata del mutuo è risultata essere quella maggiormente richiesta nel periodo di osservazione, con una quota pari al 23,3% del totale. Nel complesso, oltre i 2/3 delle richieste di mutuo (il 66,9% del totale, per la precisione) prevede comunque una durata superiore ai 15 anni.

E sono gli under 44 i soggetti attivi della richiesta di mutui. Osservando infatti la distribuzione della domanda in relazione all’età dei richiedenti, si registra una quota pari al 36,4% del totale nella fascia compresa tra i 35 e i 44 anni, in linea con quanto accaduto nel 2015.

Certo la crisi non è superata, ma il primo trimestre 2016 conferma il trend positivo della domanda di mutui immobiliari da parte delle famiglie italiane, con dati che si stanno via via avvicinando ai volumi del mercato pre-crisi.

Fonte Idealista.it e Abi.it

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